PUBBLICATO IL
15 NOVEMBRE 2024

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Ambiente

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Con il termine agricoltura multifunzionale si indica una modalità di coltivazione del suolo che non si limita alla produzione di beni destinati all’alimentazione, ma che è capace di generare esternalità positive attraverso il miglioramento e la conservazione del paesaggio, la salvaguardia della biodiversità, la sicurezza alimentare o anche solo un’azione di tipo sociale.

L’attenzione al cambiamento climatico, all’utilizzo eccessivo di risorse naturali come l’acqua e il suolo, e alla perdita di biodiversità ha posto il settore primario, agricoltura e viticoltura, sotto l’occhio del ciclone di ambientalisti e attivisti per i diritti umani. Le imprese agricole devono quindi ripensare il proprio modo di fare impresa. Secondo Smart AgriFood, l’Osservatorio del Politecnico di Milano, le imprese, a fronte di una domanda e un mercato fortemente in crescita, stanno modificando le strategie di investimento: dopo un’ondata di investimenti in trattori e macchinari agricoli, oggi la domanda di beni durevoli si è spostata su soluzioni software e digitali, principalmente per migliorare il controllo del ciclo produttivo in campo e le relative rese.

Il termine “agricoltura multifunzionale” non è una novità di questi ultimi anni; è stato infatti coniato dall’Ocse nel 2001 con la seguente definizione: “Oltre alla sua funzione primaria di produrre cibo e fibre, l’agricoltura può anche disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socioeconomica delle aree rurali, garantire la sicurezza alimentare. Quando l’agricoltura aggiunge al suo ruolo primario una o più di queste funzioni, può essere definita multifunzionale.”

La multifunzionalità è diventata, negli anni, punto centrale della strategia dell’Unione Europea attraverso lo strumento della politica agraria comunitaria (Pac).

Le pratiche multifunzionali attivate dalle imprese agricole possono essere suddivise in tre tipologie principali:

  • Deepening: questa modalità prevede che l’azienda agricola scelga di differenziare i propri prodotti, concentrandosi su beni caratterizzati da specifiche qualità, come prodotti biologici, tipici o con denominazioni di origine. All’interno di questa strategia rientra anche l’approccio di operare lungo la filiera, ad esempio attivando canali di vendita diretta ai consumatori.
  • Broadening: le aziende decidono di ampliare le attività che generano reddito, includendo iniziative come l’agriturismo, attività didattiche sul territorio o la produzione di energia rinnovabile. Le attività scelte possono essere anche indipendenti dall’attività principale di produzione agricola.
  • Regrounding (o riallocazione esterna): in questa strategia l’azienda agricola adotta la pluriattività, seguendo il principio inglese di economical farming. In questa categoria rientra anche il contoterzismo.

Attraverso queste strategie multifunzionali, l’impresa agricola genera una maggiore varietà di output: oltre alle produzioni primarie destinate al mercato, produce esternalità positive che mirano alla tutela e al miglioramento del bene comune, come la protezione dell’ambiente, la valorizzazione del paesaggio e l’offerta di funzioni culturali e sociali.

Inoltre, questo approccio consente all’imprenditore agricolo di crescere e sviluppare competenze economiche e di business, ampliare la conoscenza del mercato lungo tutta la catena del valore, instaurare partnership con altre imprese, studiare le preferenze dei consumatori per progettare nuovi servizi e valorizzare la filiera corta.

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AUTORE:

Chiara Guizzetti
Chiara Guizzetti

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